La collaborazione tra pubblico e privato, in Italia, non può più essere vissuta come un terreno minato. È il messaggio che Giorgio Mulè rilancia con decisione, denunciando un ritardo culturale che frena lo sviluppo del Paese. Per il vicepresidente della Camera, il nodo non è solo normativo: è soprattutto mentale. «Dobbiamo superare la subcultura che guarda al privato con diffidenza, come se portare interessi fosse qualcosa di cui doversi giustificare».
Mulè cita un esempio emblematico: alla Camera i parlamentari devono ancora compilare documenti per attestare chi abbiano incontrato tra i “portatori di interessi”. Una prassi che considera superata: «Chiunque è portatore di interessi, dal manager al falegname. Il problema è pensare che rappresentare un interesse sia di per sé sospetto».
Da qui l’esigenza di costruire un nuovo patto tra istituzioni e mondo produttivo, fondato su fiducia e responsabilità reciproca. «Qui dentro c’è un patto di collaborazione tra le migliori intelligenze imprenditoriali e manageriali e il Parlamento», spiega, sottolineando l’intento di trasformare i contributi del privato in proposte legislative concrete.
Mulè porta l’esempio delle energie rinnovabili come caso di partnership pubblico-privato ben riuscita: «Nelle rinnovabili il PPP ha funzionato perché sono state definite con chiarezza la fase preliminare, quella attuativa e quella post attuativa». Ma invita ad andare oltre, utilizzando strumenti più dinamici come le sandbox regolamentari per ridurre la distanza tra innovazione e regole.
Al centro del cambiamento resta però l’educazione, il vero tallone d’Achille del Paese. «Il grande gap che scontiamo è educativo: non abbiamo processi formativi all’altezza del mondo in cui viviamo», afferma, richiamando l’urgenza di investire in educazione digitale, legalità e sostenibilità.
La sfida, conclude Mulè, è culturale prima che tecnica: «Il privato non vuole erodere la cassa dello Stato, vuole contribuire a farlo funzionare meglio». Solo superando diffidenze e formalismi, sostiene, l’Italia potrà costruire un modello moderno di collaborazione pubblico-privato.
