di Laura Iannello
«E’ arrivato il momento di una vera rivolta sociale», queste le parole del Segretario della Cgil Landini, che in vista dello sciopero generale del prossimo 29 novembre ha invitato alla rivolta contro la manovra di bilancio. Le parole di Landini alzano il livello dello scontro tra le forze politiche, mentre a Montecitorio si conclude oggi con il ministro dell’Economia Giorgetti il ciclo di audizioni sulla manovra.
Il ministro ha risposto non solo alle critiche dei partiti, ma anche a quanto emerso finora nelle audizioni delle parti sociali e delle Istituzioni economiche indipendenti che hanno sottolineato tra l’altro un modesto impatto della legge di Bilancio sulla crescita, e insufficienti stanziamenti di risorse per la sanità. La maggioranza resta divisa sul taglio del canone RAI proposto dalla Lega, mentre sembra esserci accordo sulla riapertura dei termini del Concordato preventivo.
Intanto sono state ore di scontro politico sulle parole di Landini. Tommaso Foti, capogruppo alla Camera di FdI, le definisce dichiarazioni che costituiscono «gli estremi di un reato», di parere simile Maurizio Gasparri, capogruppo in Senato di Fdl, per cui sono parole che configurano “una vera e propria sedizione”. Si schiera invece con Landini il PD che invita la maggioranza a non minacciare chi non è d’accordo con le scelte di politica economica. Solidarietà a Landini anche da parte dei 5 Stelle e da Alleanza Verdi Sinistra che parla di una manovra che «prende a schiaffi il Paese».
E’ stato intanto approvato da entrambi i rami del Parlamento il provvedimento che si propone di neutralizzare sedici procedure di infrazione europee. In particolare sulle concessioni balneari c’è il rinnovo fino a settembre 2027, con l’obbligo entro giugno dello stesso anno di indire nuovi bandi di gara. Modifiche inoltre al Codice di Procedura Penale, e per il lavoro dove sono previsti indennizzi per i precari fino a 24 mensilità.
FDI e Lega hanno sottolineato che il provvedimento eviterà all’Italia sanzioni per oltre un miliardo di euro. Le opposizioni parlano di continuo utilizzo di provvedimenti in deroga, e contestano il metodo del Governo del continuo ricorso a decretazione d’urgenza snobbando così il ruolo del confronto nelle aule parlamentari.