La Commissione Bilancio della Camera ha terminato poco prima di mezzanotte l’esame degli emendamenti alla Manovra. In mattinata la Conferenza dei capigruppo ha valutato i tempi per l’approdo nelle aule parlamentari. Gli ultimi aggiornamenti riguardano in primo luogo le pensioni anticipate, per le quali è stato recepito un emendamento leghista che consente di lasciare il lavoro a 64 anni, sulla base di una serie di vincoli: sarà valido per i lavoratori assunti dopo il 1996, che sono in pieno regime contributivo, cumulando una quota della previdenza complementare.
L’aumento per i ministri tecnici viene trasformato in rimborso spese di trasferta da e verso il luogo di residenza, con la costituzione di un fondo specifico di 500.000 euro. Riguardo la norma denominata “anti Renzi”, che vietava di ricevere compensi da paesi extra Ue, sarà valida solo per i parlamentari, tranne quelli eletti all’estero, i presidenti di Regioni e Provincie, ma non per membri del Governo.
La norma sull’obbligo di revisori per le società che ricevono contributi pubblici, che aveva creato tensione fra Forza Italia e gli alleati di Governo, viene alleggerita in quanto prevederà solo l’obbligo, per le società che ricevono più di 100.000 euro di inviare una relazione annuale al Ministero dell’Economia.
Intervistato in occasione delle Tribune Canova, Mario Turco del Movimento 5 Stelle ha espresso un giudizio negativo nei confronti di una Legge di bilancio che, sostiene, non risolve nessun problema del paese. «La legge conferma alcune misure già varate dal governo Draghi, come ad esempio la riduzione del cuneo fiscale, e finanzia, come avvenuto anche lo scorso anno, l’industria degli armamenti. In questo contesto i 5 Stelle hanno proposto una serie di emendamenti per l’automotive, la sanità, la scuola, l’aumento delle pensioni, e soprattutto l’introduzione del salario minimo legale, indicando anche al governo dove reperire le risorse necessarie: gli extra profitti, la web tax, la lotta all’evasione fiscale. Una legge di bilancio che penalizza proprio quel ceto medio che attendeva una reale riduzione delle tasse», ha dichiarato. «Ci troviamo di fronte a un provvedimento improntato all’austerità, che non farà crescere il Paese e all’interno del quale il Governo ha inserito nottetempo l’aumento delle prebende di ministri e sottosegretari. Meloni e Giorgetti tornino sulla terra e smettano di sostenere la sola economia di guerra».