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Ddl sicurezza, discussione sulla resistenza passiva

Marco Mammini

Dopo la votazione per l’elezione di un giudice della Corte costituzionale, mancata e rimandata al settimo scrutinio, poiché nessun candidato ha ottenuto la maggioranza necessaria, oggi, martedì 17 settembre, alla Camera dei Deputati si è tenuta la discussione sul disegno di legge in materia di sicurezza e dell’ordinamento penitenziario.

In particolare, il dibattito si è soffermato su un importante novità introdotta con la norma, cioè il delitto di rivolta all’interno di un istituto penitenziario. Con questo nuovo disegno di legge, infatti, è prevista la reclusione da due a otto anni per chi promuove, organizza o dirige una rivolta, mediante atti di violenza o minaccia resistenza, anche passiva, estesa anche ai centri di permanenza per il rimpatrio. Ed è soprattutto l’introduzione del reato di resistenza passiva ad aver acceso l’atmosfera: per le opposizioni si tratta di “un messaggio intimidatorio per i detenuti che protestano anche in modo pacifico”, ha accusato, tra i pareri contrari, Stefania Ascari M5S.

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