Dopo un acceso dibattito in Commissione Ambiente, l’aula al Senato ha preso in esame la conversione in legge del decreto legge 1272 dello scorso 17 ottobre, noto come decreto Ambientale. Scopo del decreto era in primis la tutela del suolo e la lotta al dissesto idrogeologico, la previsione di una maggior cura del verde e del paesaggio, incentivare il ciclo di recupero dei rifiuti e riutilizzo dei materiali e assicurare il rispetto delle scadenze per la diffusione delle energie rinnovabili come previsto dal PNRR e dal Piano per l’energia e il clima. Il decreto prevede una corsia preferenziale per la realizzazione di grandi impianti di interesse nazionale fotovoltaici ed eolici. Impone poi ai comuni l’obbligo di inserire nei piani urbanistici la mappatura delle aree a rischio idrogeologico. Vengono inoltre bloccati nuovi permessi per l’estrazione di idrocarburi. Le opposizioni hanno ottenuto l’eliminazione dell’emendamento di Forza Italia che avrebbe permesso l’ingresso di capitali privati nelle società pubbliche che gestiscono le risorse idriche, rifacendosi anche al referendum sullo stesso argomento tenutosi nel 2011. Dopo l’approvazione al Senato il testo dovrebbe ottenere il via libera definitivo alla Camera.