L’esito delle elezioni in Francia contro ogni pronostico: al Fronte Nazionale Popolare (sinistra) vanno fra 182 e 193 seggi, ad Ensemble di Macron (Centro) fra 157 e 163, al l Rassemblement Nazional (estrema Destra) e alleati fra 136 e 144. La prima notizia è che in 48 ore il centro e la sinistra hanno costruito un fronte capace di mettere all’angolo la grande favorita, Marine Le Pen, ovvero quell’estrema destra cresciuta sul malcontento dei francesi delusi dalle riforme guidate da Macron e alimentato dalla corrente sovranista europea. L’affluenza del 67,7 per cento è la testimonianza della risposta francese che ha chiuso le porte all’avanzata guidata dal giovane Jordan Bardella, il quale ha definito quella contro le destre “l’alleanza del disonore”. Jean-Luc Mélenchon è il vero vincitore, il più rappresentato con 74 eletti, il Partito socialista avrà 59 deputati e gli Ecologisti 28. Il partito comunista ha eletto 9 parlamentari e Generation 5. “Sia ben chiaro che il Nuovo Fronte popolare è stato chiamato a governare, e noi abbiamo ogni intenzione di rispettare il mandato che ci è stato appena consegnato dal popolo. Sappia Macron che nessun sotterfugio, nessuna trattativa segreta sarà da noi accettata», ha dichiarato Mélenchon. Ma a frenarlo è il leader dei socialisti Raphael Gluscksman: “Abbiamo fermato la destra ma ora dobbiamo comportarci da adulti”, dice. Questa sarà una prova decisiva per la Francia che ora dovrà costruire un governo unendo visioni e sentimenti politici diversi. A stare ancora in silenzio è Emmanuel Macron, arrivato nella competizione secondo, ma che forse ha vinto la scommessa: la sua componente rimane comunque indispensabile a formare la maggioranza.