Cisco, società leader nel settore informatico, cerca di fare luce sui paradigmi lavorativi del futuro, dopo che la pandemia ha sconvolto quelli tradizionali. E lo fa attraverso due studi sul “lavoro ibrido”, che è la formula linguistica scelta per meglio inquadrare il fenomeno, che è ben oltre lo smart working o il telelavoro. Perché appunto il lavoro del domani (ma già dell’oggi) sarà misto, flessibile.
“Il futuro del lavoro si basa sulla formula della flessibilità: non lavoro al 100% in ufficio, ma vari modi di lavorare che permetteranno maggiore produttività, fidelizzazione dei talenti e molto altro ancora”, sostiene in particolare l’Hybrid Work Maturity Model, più recentemente pubblicato.
Cisco ha dunque commissionato a IDC la creazione del modello di maturità del lavoro ibrido, un quadro di riferimento per l’analisi di migliaia di organizzazioni di tutte le dimensioni, in 20 settori industriali in tutto il mondo. I risultati rilevano che solo il 9% delle organizzazioni ha dichiarato e messo in atto una politica di lavoro ibrido a lungo termine e a livello aziendale, mentre il 62% delle organizzazioni è ancora ai primi stadi della trasformazione del personale e della cultura per il lavoro ibrido. Per la maggior parte delle aziende (il 48%), comunque, il miglioramento della produttività è considerato la preoccupazione principale.