Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Gilberto Pichetto Fratin ha recentemente annunciato l’interesse del governo nel prendere in considerazione l’utilizzo dell’energia nucleare per il futuro del nostro Paese. Pichetto Fratin ha definito questa ipotesi necessaria per le sfide energetiche che attendono l’Italia in un quadro geopolitico in continuo mutamento. Ha aggiunto che è sua intenzione presentare in Consiglio dei Ministri all’inizio del 2025 una legge delega che abbia per oggetto l’inserimento del nucleare all’interno del mix energetico nazionale, in linea con la strategia elaborata dalla Piattaforma Nazionale per un Nucleare Sostenibile (PNNS). La piattaforma ha lo scopo di promuovere la ricerca di tecnologie innovative più sostenibili, come i reattori modulari avanzati (AMR), meno costosi e più piccoli delle centrali tradizionali.
L’Italia ha abbandonato la produzione di energia nucleare a seguito del referendum abrogativo del 1987; il popolo italiano si espresse chiaramente in senso contrario al nucleare con oltre l’80% dei voti, specialmente per motivazioni legate alla sicurezza. Oggi invece gli argomenti di chi è contrario al nucleare sono soprattutto di natura economica. Si sta facendo largo la convinzione che l’energia nucleare sia una energia sicura, al pari di quella fornita dalle rinnovabili. In tal senso il Giappone sta riproponendo investimenti nel nucleare, la California ha intenzione di rivedere le proprie posizioni di contrarietà e in Germania, dove due centrali nucleari sono rimaste aperte, ci si sta rendendo conto che l’abbandono del nucleare ha comportato la riattivazione di centrali elettriche a carbone con tassi di inquinamento altissimi.
Tornando al nostro Paese, il governo sta valutando la creazione di una società ad hoc, con lo scopo di valutare la fattibilità di progetti incentrati sulla tecnologia nucleare. Secondo quanto dichiarato dal ministro dello Sviluppo Economico Adolfo Urso, la newco sarebbe guidata da Enel con il 51%, con la partnership di Ansaldo Nucleare (39%) e di Leonardo (10%). E’ comunque necessario, ha ribadito il ministro, che a livello europeo il nucleare venga inserito fra le fonti energetiche ecosostenibili, in grado di garantire stabilità energetica, ma anche autonomia produttiva.
Secondo un paper redatto da Edison e Ansaldo la domanda di energia a livello globale è destinata a raddoppiare nei prossimi dieci anni, e le sole fonti rinnovabili non sono sufficienti: investire nel nucleare di nuova generazione può avere un ritorno economico di 50 miliardi di euro, e creare oltre 100 000 nuovi posti di lavoro dal 2030 al 2050. Secondo il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) del governo, l’uso di nuovi tipi di impianti potrebbe coprire fino all’11% della domanda energetica nazionale entro il 2050. Energia nucleare e fonti rinnovabili non vanno quindi viste in contrapposizione: entrambe possono concorrere congiuntamente alla decarbonizzazione.
Tra i sostenitori delle energie rinnovabili si alzano però voci contrarie: l’energia prodotta da sole queste ultime sarebbe sufficiente per coprire la domanda per molte ore del giorno. Per garantire un sistema stabile, andrebbe implementata la costruzione di punti di stoccaggio e l’integrazione con fonti flessibili (quali centrali a gas o a biomassa) che possono essere accese o spente secondo la necessità, cosa che con il nucleare non è possibile.
La scelta delle strategie energetiche più adeguate, tuttavia, non può prescindere dal coinvolgimento diretto dei cittadini e dalla loro consapevolezza sul tema, considerando che, sia a livello italiano sia europeo, l’opinione pubblica è molto divisa sulla questione e che attualmente solo un quarto dell’energia elettrica della UE è prodotta dal nucleare.