La sostenibilità non è solo greenwashing e non è nemmeno una delle tante opzioni: per la maggior parte delle piccole e medie imprese italiane, è una priorità assoluta. A rilevarlo è l’ultimo sondaggio di Deloitte Private, secondo il quale la maggioranza delle PMI intervistate guarda ai prossimi 12 mesi con rinnovata fiducia, nonostante i rischi connessi a inflazione, crisi energetica, contesto geopolitico e incertezza sui mercati finanziari, e soprattutto l’80% interpreta ormai la sostenibilità come appunto una priorità assoluta, sia per l’emergenza ambientale che soprattutto nell’ottica di valorizzare l’unicità del Made in Italy.
Il 73% delle PMI intervistate da Deloitte ritiene infatti cruciale, per valorizzare il Made in Italy, di rafforzare le sinergie con il proprio ecosistema di business e rispettare i parametri ESG, in linea con i principi della CSRD Directive. Non solo: il tema della sostenibilità stimola la collaborazione delle aziende con stakeholder sia privati che pubblici e per 4 leader su 5 questo aspetto favorisce la transizione energetica dell’intero Paese. Quanto al modo in cui declinare la sostenibilità, in base alla sigla ESG (ambientale, sociale e di governance), la maggior parte delle piccole e medie imprese, più che sul fattore ecologico, punta sull’aspetto sociale (38%): l’ambiente è invece prioritario per il 33%, mentre il 22% dà più importanza alla G di governance.
“In uno scenario come quello attuale – commenta Ernesto Lanzillo, Deloitte Private Leader – per le aziende italiane è essenziale adottare un approccio che generi solidità finanziaria ed organizzativa e sia in grado di soddisfare le aspettative degli stakeholder anche in condizioni difficili. Ricorrere a modelli di business più sostenibili e aprire a logiche di collaborazione può rappresentare il percorso da compiere per far fronte alla molteplicità delle sfide in atto. Per le PMI risulta fondamentale presidiare gli standard ESG e collaborare all’interno di ecosistemi virtuosi”.