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Per Deloitte serve una transizione attiva verso il Net-Zero o 800 milioni di posti di lavoro saranno a rischio

Redazione

Il cambiamento climatico, oltre ad essere una concreta minaccia per la salute di milioni di persone, può avere impatti fortemente negativi anche sull’economia e sul mercato del lavoro. Secondo Deloitte, che ha stilato il report “Work Toward Net Zero”, sarebbero 800 milioni, circa il 25% della forza lavoro globale, i posti di lavoro a rischio tra quelli vulnerabili al cambiamento climatico.

Emerge quindi la necessità di affrontare il cambiamento climatico con una transizione attiva, sinergica e globale che consenta di raggiungere il target del net-zero e favorire contestualmente la crescita economica e l’espansione del dividendo occupazionale. Ricordiamo che il 2050 è la data individuata per la riduzione delle emissioni globali nette a “zero”.

Franco Amelio, Deloitte Sustainability Leader, ha commentato così i dati emersi dal report dell’azienda: “La transizione attiva verso il net-zero rivoluzionerà l’economia globale, con le attività ad alta intensità di emissioni e i relativi posti di lavoro che verranno impattati in base a nuove tecnologie e industrie emergenti. Rispetto a una transizione passiva, che comporterebbe un disallineamento tra competenze e posti di lavoro e impedirebbe la crescita dei settori a basse emissioni, il percorso di transizione attiva, se realizzato con idonee politiche ambientali e programmi di innovazione, rappresenta una situazione win-win per il clima e per l’economia. Da una parte, si riducono le emissioni globali e si mitigano gli impatti del climate change, e, dall’altra, si creano nuovi settori, nuovi lavori e nuove competenze”.

“Il cambiamento climatico ha generato uno scenario in cui le persone e le loro competenze non saranno create dall’economia, ma saranno esse stesse a condurre la transizione e a dar vita al futuro del lavoro. Pertanto, investire nelle competenze diventa una priorità delle imprese, che devono pensare ad azioni mirate e calibrate sul contesto. Non sarà richiesto di fare un completo re-training delle persone, ma di intraprendere percorsi di up-skilling del set di competenze esistenti. In questo modo, i lavoratori avranno la possibilità di mantenere l’attuale occupazione e le imprese potranno beneficiare di una forza lavoro pronta ad essere indirizzata verso il raggiungimento degli obiettivi di net-zero”.Gianluca Di Cicco, Deloitte Workforce Transformation Leader.

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