Guerra in Ucraina, crisi energetica, materie prime alle stelle. Da quest’anno la cura degli obiettivi ESG si arricchisce di una nuova e difficile sfida, nella quale è impegnata anche Allianz Trade Italia, in questo caso attraverso la pubblicazione di uno studio proprio sulla crisi energetica a livello europeo, con focus sulle batterie. “Il boom del settore delle batterie può aiutare l’Europa a superare la sua crisi energetica?”, è il titolo del lavoro uscito ad ottobre, dal quale viene fuori che una delle prime sfide della sostenibilità, ma forse la meno discussa almeno sui mezzi tradizionali di informazione, è esattamente lo stoccaggio di energia. Che per la verità non è solo dimenticato dai media ma anche – e soprattutto – poco trattato a livello politico.
Entro il 2030, secondo lo studio di Allianz Trade Italia, la capacità totale di stoccaggio ammonterà a circa il 35% delle importazioni medie annuali di gas russo. Ma il recente piano REPowerEU non fa riferimento direttamente agli obiettivi per lo stoccaggio dell’energia e, cosa ancora più importante, l’Europa non ha un forte incentivo per i fornitori di stoccaggio dell’energia o gli investitori a intensificare i loro sforzi: la crescita sarà dunque organica, indiretta e lenta. Nel 2021, la capacità totale di stoccaggio dell’energia era vicina a 27 GW, cinque volte il livello del 2015. Nel complesso, il mercato globale dello stoccaggio dell’energia dovrebbe crescere di 15-19 volte entro il 2030, con una capacità cumulativa di stoccaggio dell’energia per un totale di 400-500 GW, trainato soprattutto da Usa e Cina, visto che l’Europa invece non ci sta puntando più di tanto.
Ecco perché, secondo lo studio, nel breve periodo è probabile che il mercato dello stoccaggio dell’energia debba far fatica a decollare, ma nel lungo periodo le economie di scala e la diminuzione dei prezzi dovrebbero sostenere maggiori investimenti, portando a una riduzione del costo di stoccaggio fino al 60%.