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Quarta edizione dell’Osservatorio nazionale sulla rendicontazione non finanziaria di Deloitte: i dati più importanti

Redazione

Più diversity e gestione dei rischi nelle rendicontazioni sostenibili delle aziende: è questo il quadro tratteggiato dall’Osservatorio nazionale sulla rendicontazione non finanziaria di Deloitte con il supporto scientifico del Dipartimento di scienze economiche e aziendali dell’università di Pavia. Nello specifico, l’indagine promossa dall’Osservatorio di Deloitte ha preso in considerazione 200 aziende italiane, di cui 155 quotate in borsa. I numeri della ricerca sono estremamente interessanti e aiutano a delineare la situazione in Italia delle rendicontazioni non finanziarie (Dnf), obbligatorie per legge per gli enti di interesse pubblico e le società di grandi dimensioni ma redatte anche su base volontaria da aziende che non rientrano nei parametri del decreto di riferimento. Ma quali sono i dati più interessanti? Scopriamoli insieme!

L’85% delle aziende campione per la ricerca ha utilizzato come standard di rendicontazione quello definito dal Gri (Global Reporting Initiative) e nello specifico con l’opzione “in accordance Core” mentre il 45% ha formalizzato strategie Esg in specifici Piani di sostenibilità, con il dato che precedentemente si attestava al 39%. In aumento anche la governance di sostenibilità, con il coinvolgimento di CDA e Comitati di Controllo che passa dal 54 al 65%. Anche l’impegno per il clima è un fattore importante nei risultati esposti dall’Osservatorio di Deloitte, con il 29% delle aziende prese a riferimento che ha dichiarato un obiettivo di raggiungimento della neutralità climatica. L’attenzione è anche sulle catene di fornitura, con il 42% delle società che ha adottato un codice di condotta fornitori. Per il tema della diversity e nello specifico del gender pay gap, il 55% delle aziende ha rendicontato il rapporto tra dipendenti uomini e donne per il salario base e totale.

Franco Amelio, Sustainability leader di Deloitte ha commentato così i dati della quarta edizione dell’Osservatorio nazionale: “Complessivamente emerge una crescente maturità a livello di reportistica non finanziaria, sia dal punto quantitativo che qualitativo”. Sul tema diversity ha poi aggiunto: “Porta evidenti e dimostrati vantaggi in termini di sostenibilità a lungo termine e creazione di valore economico, poiché favorisce innovazione e creatività, un aumento della motivazione del personale e un generale miglioramento del clima aziendale, con effetti sulle performance e sul contenimento dei costi legati al turnover e all’assenteismo, nonché sulla possibilità di attrarre e mantenere i migliori talenti”. Nel breve futuro le aziende saranno poi chiamate a redigere un nuovo tipo di report che, sempre per Amelio: “richiederà alle aziende maggiori informazioni sui rischi e sugli impatti relativi ai temi della sostenibilità”.

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