“L’economia circolare è tra le priorità del Piano strategico di Acquedotto Pugliese (AQP) a cominciare chiaramente dal riciclo dell’acqua: riuso della risorsa depurata in agricoltura e ciclo dei fanghi, su cui l’azienda ha investito 23 milioni di euro fino al 2026. Grazie a questo impegno, oggi la Puglia ha già i primi due Piani di gestione per riutilizzo delle acque, basati sulle previsioni e le prevenzioni dei rischi, in conformità alla normativa europea entrata in vigore a giugno scorso. Sono stati appunto predisposti da Acquedotto Pugliese per i depuratori di Corsano (Lecce) e Fasano-Forcatelle (Brindisi), i cui impianti di affinamento forniscono acque per l’irrigazione di varie produzioni agricole, dagli ortaggi agli uliveti. I due Piani, varati in tempi da record e con un innovativo approccio quali-quantitativo, saranno seguiti entro giugno 2024 da quelli per gli altri quattro depuratori di Acquedotto Pugliese, che attualmente danno acqua all’agricoltura per un totale di circa 600mila metri cubi l’anno: Castellana Grotte (Bari), Acquaviva delle Fonti (Bari), Ostuni (Brindisi) e Gallipoli (Lecce).
“Il varo dei due Piani – spiega Francesca Portincasa, direttrice generale di Acquedotto Pugliese – conferma che la Puglia è all’avanguardia nella depurazione. Il riuso è fondamentale contro siccità e scarsità idrica. Gestiamo 185 impianti nell’ATO più esteso d’Italia con livelli di efficienza ed efficacia che ci consentono di recuperare un’acqua ottima per l’agricoltura. Fra questi, 15 impianti sono già adeguati all’utilizzo di acqua affinata per usi irrigui ed entro il 2027 lo saranno altri 42. Sommati ai 6 già in esercizio, in pochi anni avremo 63 depuratori dotati di impianti di affinamento, oltre un terzo del totale. Più acqua depurata buona diamo all’agricoltura, meno prelievo ci sarà dagli invasi per usi irrigui. Tutto questo andrà a vantaggio del potabile e ridurrà i rischi di crisi idriche”.